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IL MERAVIGLIOSO MONDO DEL CATASTO

  • 03/06/2022
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Sembra che gli italiani si trovino a fronteggiare un nuovo spauracchio: la riforma del catasto.

Quale impatto avrà la riforma sulle tasche degli italiani? Il timore che dietro all’“operazione trasparenza” si nasconda l’introduzione di un’imposta patrimoniale è palpabile.

Cerchiamo di capire cosa prevede il disegno di legge e di tracciare qualche scenario futuro. La delega al governo per la riforma del catasto e del fisco ha una durata di 18 mesi e si pone i seguenti obiettivi:

razionalizzare il sistema; favorire la crescita economica;

allineare la tassazione dei redditi di impresa a quella dei redditi da capitale;

contrastare l’evasione e l’elusione fiscali;

ridurre la pressione fiscale sul lavoro;

riformare il sistema di riscossione.

Ecco i punti chiave della riforma:

modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili-fantasma (immobili abusivi, non censiti o edificabili ma accatastati come agricoli);

aggiornamento valori e rendite immobili storico-artistici; revisione del catasto fabbricati;

riduzione graduale delle aliquote medie IRPEF, con conseguente beneficio sui redditi da lavoro; sostituzione delle addizionali comunali e regionali IRPEF con sovraimposte equivalenti;

riordino di deduzioni e detrazioni; modifiche al regime IVA;

semplificazione dell’IRES;

superamento graduale dell’IRAP;

trasformazione dell’IMU in gettito di competenza esclusivamente comunale.

Ora, che il catasto italiano ricordi i gironi dell’Inferno dantesco è cosa nota, per cui saremmo tutti felici se dal 1° gennaio 2026 potessimo confrontarci con un sistema razionale. Ciò che desta qualche sospetto è l’effetto della rivalutazione delle rendite, effettivamente disallineate rispetto al mercato, sul prelievo fiscale.

Nonostante, infatti, nel disegno di legge si affermi espressamente che non muterà la base imponibile dei tributi riferibili ai valori catastali, alle rendite e ai valori patrimoniali, alcuni ritengono che la legge voglia attribuire al governo una delega in bianco per aumentare le imposte sugli immobili.

Ai posteri l’ardua sentenza.

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