Oggi riproponiamo, in versione autunnale, un classico tormentone: perché pagare la provvigione all’agente immobiliare?
Tutti conosciamo le gesta del grande Armando Feroci, l’ex agente immobiliare interpretato da Carlo Verdone in Gallo Cedrone.
La scena esilarante, che qui riproponiamo, solleva un dubbio amletico: la signora Marcella Sesti ha le braccine corte, o forse il nostro caro Armando è, in verità vi dico, un fuffaro?
Il dubbio ci sembra legittimo, cerchiamo di capire perché.
Perché, infatti, non è controverso il diritto di percepire l’onorario per le altre professioni che gravitano nel settore immobiliare, come l’ingegnere, l’architetto, l’avvocato, il geometra, il fotografo?
Da dove nasce questa profonda diffidenza?
È piuttosto evidente che la percezione dell’agente immobiliare in Italia sia piuttosto inquietante, e il personaggio di Carlo Verdone rende perfettamente l’idea: feroce di nome e di fatto.
Ecco alcune delle critiche (legittime) mosse dai clienti agli agenti immobiliari:
1. esercizio abusivo della professione;
2. incompetenza professionale (soprattutto giuridica);
3. valutazioni non corrispondenti ai reali valori di mercato, che “gonfiano” il valore dell’immobile;
4. provvigioni troppo elevate;
5. scarsa disponibilità alla trattativa e atteggiamento aggressivo (queste sono le condizioni dell’incarico, o così o niente);
6. rifiuto di collaborazione con gli altri colleghi;
7. vessatorietà di alcune clausole (clausola di esclusiva, penale in caso di recesso anticipato dall’incarico);
8. atteggiamento truffaldino;
9. inspiegabile smaterializzazione dell'agente immobiliare post incasso provvigione, salvo poi ritrovarsi a discutere con il notaio in sede di preliminare o rogito per l’assenza di documenti fondamentali.
Insomma, anche in presenza di una soltanto di queste circostanze, nessun cliente sano di mente vorrebbe pagare la provvigione.
Dal canto suo, l’agente immobiliare rimprovera spesso al cliente di essere scorretto quando tenta di aggirare l’incarico conferito in esclusiva cercando di vendere l’immobile privatamente. Tu quoque?, mi verrebbe da dire citando Giulio Cesare: forse l’agente in questione dimentica di essere lui stesso scorretto quando cerca di aggirare il collega contattando direttamente il suo cliente per aggirare la collaborazione.
La questione è abbastanza ingarbugliata.
A vostra futura memoria, abbiamo creato un piccolo decalogo tascabile per aiutarvi a capire quando vi trovate di fronte a un professionista immobiliare e a cui è giusto riconoscere la provvigione. Questo raro esemplare agisce così:
1. vi mostra il tesserino a riprova della sua abilitazione all’esercizio della professione;
2. effettua una valutazione professionale scritta del vostro immobile, indicando i criteri utilizzati per la stima;
3. ancor prima del conferimento dell’incarico, richiede al cliente tutti i documenti necessari per la vendita/locazione dell’immobile, salvo successive integrazioni in caso di documentazione incompleta;
4. concorda con il cliente le clausole dell’incarico di mediazione, anche quando concluso mediante formulari già predisposti;
5. si impegna a collaborare con i colleghi, cooperando effettivamente per l’individuazione di un’acquirente;
6. redige un annuncio accurato nei minimi dettagli, al fine di pubblicizzare al meglio il vostro immobile;
7. si presenta agli appuntamenti preparato, fornendo al cliente visitatore tutte le informazioni sull’immobile;
8. relaziona periodicamente al cliente in merito alle visite effettuate
9. coopera attivamente con geometri, architetti e con il notaio al fine di facilitare la transazione immobiliare;
10. accompagna il cliente fino all’atto definitivo di compravendita, anche se ha già percepito la provvigione.
Insomma, noi vi aspettiamo. Diffidate dalle imitazioni.
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